Codice di Etica dello Yôga – II. Satya
• La seconda norma etica dello Yôga è satya, la verità.
• Lo yôgin non deve far uso della non verità, nella forma di menzogna, di equivoco, distorsione nell’interpretazione di un fatto o di omissione di fronte ad una di queste circostanze.
• Di conseguenza, ascoltare dicerie e lasciare che esse siano divulgate è
grave tanto quanto diffonderle.
• La diceria più grave è quella generata in buona fede, per mancanza di attenzione nel riportare i fatti fedelmente, dato che una non verità detta senza cattive intenzioni ha più credibilità.
• Emettere dei giudizi senza fondamento, su fatti o persone, significa non rispettare questa norma etica.
• Praticare o trasmettere una versione non autentica di Yôga costituisce un esercizio di non verità.
• Esercitare la funzione di istruttore di Yôga senza avere una formazione specifica, senza un’abilitazione ottenuta mediante una valutazione da parte delle autorità competenti o senza l’autorizzazione del proprio Maestro, costituisce un atto illegitimo.
Precetto moderatore:
L’osservanza di satya non deve indurre alla mancanza di tatto e raffinatezza, con il pretesto di dire sempre la verità. Esistono tanti modi per essere sinceri.