Codice di Etica dello Yôga – III. Astêya

25 Luglio 2010 Off Di DeRose Method Parioli
III. ASTÊYA
• La terza norma etica dello Yôga è astêya, non rubare.
• Lo yôgin non deve appropriarsi di oggetti, idee, stima o meriti che
appartengono ad altri.
• È evidente che, facendo uso nelle lezioni, in interviste agli organi
di comunicazione e in testi scritti o registrazioni di frasi,
definizioni, concetti, metodi o simboli di altri professori, il proprio
autore viene sempre onorato attraverso le citazioni e/o i diritti
d’autore a secondo del caso.
• È disonesto promettere benefici che lo Yôga non può dare, così
come accennare a benefici esagerati, irreali o strabilianti e,
principalmente, guarigioni di qualsiasi natura: fisica, psichica o
spirituale.
• Un professore di Yôga non deve rubare alunni ad altri professori.
• Quando ciò accade, sarà antietico per un professore installarsi per
dare lezioni in prossimità di un altro professionista della stessa
linea di lavoro, senza consultarlo previamente.
• È considerato disonesto il professore che fa prezzi vergognosi, in
quanto oltre a svalutare la professione, starà rubando il
sostentamento agli altri professori che si dedicano esclusivamente
allo Yôga e hanno bisogno di vivere con dignità e di provvedere
alle loro famiglie come qualsiasi essere umano.
MAESTRO De ROSE
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– 395
• Un tale atteggiamento oltretutto ruberebbe all’Umanità il
patrimonio culturale dello Yôga, in quanto potrebbe insegnare lo
Yôga a un prezzo vergognoso solo colui che avesse un’altra forma
di sostentamento e pertanto, non si dedicasse a tempo pieno allo
studio e all’autoperfezionamento di questa filosofia di vita, ciò
culminerebbe in una graduale perdita di qualità sino alla sua totale
estinzione.
Precetto moderatore:
L’osservanza di astêya non deve indurre a rifiutare la prosperità
quando essa rappresenta migliore qualità di vita, salute e cultura per
gli individui e le loro famiglie. Tuttavia, l’opulenza è una forma tacita
di rubare.

III. ASTÊYA

• La terza norma etica dello Yôga è astêya, non rubare.

• Lo yôgin non deve appropriarsi di oggetti, idee, stima o meriti che appartengano ad altri.

• È evidente che, facendo uso durante le lezioni o nelle interviste agli organi di comunicazione oppure in testi scritti, di frasi, definizioni, concetti, metodi o simboli di altri professori, l’autore debba sempre essere nominato con citazioni e/o diritti d’autore a secondo del caso.

• È disonesto promettere benefici che lo Yôga non può dare, così come accennare a benefici esagerati, irreali o strabilianti e, principalmente, guarigioni di qualsiasi natura: fisica, psichica o spirituale.

• Un istruttore di Yôga non deve rubare alunni ad altri professori.

• Non è un comportamento eticamente corretto per un professore installare la propria sede in prossimità di un altro professionista della stessa linea di lavoro, senza consultarlo previamente.

• È considerato disonesto il professore che faccia prezzi vergognosi, in quanto oltre a svalutare la professione, starà rubando il sostentamento agli altri professori che si dedicano esclusivamente allo Yôga e hanno bisogno di vivere con dignità e di provvedere alle loro famiglie come qualsiasi essere umano.

• Un tale atteggiamento oltretutto potrebbe privare l’Umanità del patrimonio culturale dello Yôga, in quanto può insegnare lo Yôga a un prezzo vergognoso solo colui che abbia un’altra forma di sostentamento e pertanto, che non si dedichi a tempo pieno allo studio e all’autoperfezionamento di questa filosofia di vita. Ciò potrebbe condurre ad una graduale perdita di qualità sino alla sua totale estinzione.

Precetto moderatore:

L’osservanza di astêya non deve indurre a rifiutare la prosperità quando essa rappresenti migliore qualità di vita,  salute e cultura per gli individui e le loro famiglie. Tuttavia, l’opulenza è una forma tacita di appropriazione indebita.