III. ASTÊYA

1 Novembre 2011 0 Di DeRose Method Parioli

• La terza norma etica dello Yôga è astêya, non rubare.

• Lo yôgin non deve appropriarsi di oggetti, idee, stima o meriti che appartengono ad altri.

• È evidente che, facendo uso nelle lezioni, in interviste agli organi di comunicazione e in testi scritti o registrazioni di frasi, definizioni, concetti, metodi o simboli di altri professori, il proprio autore viene sempre onorato attraverso le citazioni e/o i diritti d’autore a secondo del caso.

• È disonesto promettere benefici che lo Yôga non può dare, così come accennare a benefici esagerati, irreali o strabilianti e, principalmente, guarigioni di qualsiasi natura: fisica, psichica o spirituale.

• Un professore di Yôga non deve rubare alunni ad altri professori.

• Quando ciò accade, sarà antietico per un professore installarsi per dare lezioni in prossimità di un altro professionista della stessa linea di lavoro, senza consultarlo previamente.

• È considerato disonesto il professore che fa prezzi vergognosi, in quanto oltre a svalutare la professione, starà rubando il sostentamento agli altri professori che si dedicano esclusivamente allo Yôga e hanno bisogno di vivere con dignità e di provvedere alle loro famiglie come qualsiasi essere umano.

• Un tale atteggiamento oltretutto ruberebbe all’Umanità il patrimonio culturale dello Yôga, in quanto potrebbe insegnare lo Yôga a un prezzo vergognoso solo colui che avesse un’altra forma di sostentamento e pertanto, non si dedicasse a tempo pieno allo studio e all’autoperfezionamento di questa filosofia di vita, ciò culminerebbe in una graduale perdita di qualità sino alla sua totale estinzione.

Precetto moderatore: L’osservanza di astêya non deve indurre a rifiutare la prosperità quando essa rappresenta migliore qualità di vita, salute e cultura per gli individui e le loro famiglie. Tuttavia, l’opulenza è una forma tacita di rubare.