Lavorare per piacere

Passiamo in media 8 ore al giorno a lavorare. Hai già pensato quanto sarebbe straordinario poter trascorrere tutto questo tempo facendo qualcosa che ti piace? Osserva la maggior parte delle persone al lavoro: alla posta, in banca, nei negozi e in ufficio. Vedrai persone scoraggiate, demotivate, che lavorano giusto per ricevere uno stipendio a fine mese, senza un percorso di vita o traguardi da raggiungere… è un panorama deprimente. Se si passa gran parte della giornata eseguendo obblighi sgradevoli e di routine, per tutti i giorni della settimana, questi sentimenti di malcontento, frustrazione e demotivazione s’impregnano nella personalità del lavoratore, diventando un circolo vizioso dal quale si riesce ad uscire solo cambiando il modo come si occupa la giornata, cioè, cambiando lavoro.

Ci sono innumerevoli casi di depressione così come di gravi problemi di salute che sono somatizzati solo a causa della costante tristezza e della rassegnazione di fare qualcosa che non piace, o per essere trattati male dal capo, o per non avere condizioni minimamente dignitose per lavorare, o per non essere riconosciuto né valorizzato come essere umano con le capacità di cambiare il mondo. Molti impieghi obbligano le persone a mentire e a ingannare per proseguire nel proprio lavoro, causando un conflitto interno che si ripercuote nella salute e nella vita personale. Molti si arrendono all’idea che il lavoro sia un sacrificio, un obbligo che tutti dobbiamo sopportare per tutta la vita con lo scopo di pagare le bollette. Ma ci sono lavori che rappresentano un’opportunità di sviluppo personale contribuendo a rendere felici, realizzati e con una aumentata qualità di vita.

Fai un conto matematico: moltiplica il numero delle ore che lavori al giorno per il numero dei giorni che lavori al mese e dopo moltiplica questo valore per 11, partendo dal presupposto che hai un mese di ferie all’anno. Adesso moltiplica per il numero di anni che ti mancano alla pensione. Osserva quanto tempo della tua vita (gli anni migliori) vanno persi per lavorare su qualcosa che non ti piace, quanto tempo vitale sprecato… Pensa che delle 24 ore del giorno, se si escludono le ore di sonno, quelle in cui si mangia e ci si sposta, il resto viene quasi interamente dedicato al lavoro e solo una piccola parte è rivolta agli hobby e alla vita privata, che risultano seriamente compromesse quando si ritorna dal lavoro stanchi ed infelici. Considera che passi più tempo con il tuo capo e con i tuoi colleghi che con il tuo partner. Tutti siamo molto selettivi (o dovremmo esserlo) con il nostro partner e con gli amici, ma quanti di noi possono concedersi il lusso di scegliere le persone con cui lavorare e trascorrere intere giornate convivendo e interagendo con loro?

La maggior parte dei lavoratori passano la giornata feriale a contare le ore che li separa dall’orario di uscita dal luogo di lavoro, come se la vita ricominciasse alle 18.30… essi passano la settimana in attesa di arrivare al venerdì sera, vivendo solo 2 giorni alla settimana. Generalmente queste persone la domenica sera sono già tristi, perché li aspetta un’altra settimana interminabile, uguale a tutte le altre…

Ora immagina se ci si riuscisse a divertire durante il lavoro, ma lavorando in maniera professionale. Immagina come cambierebbe la tua vita se passassi tutto il tuo tempo lavorando giusto per il piacere di fare una cosa che ti piace. Giungere alla fine della giornata con la soddisfazione di aver fatto qualcosa di utile, produttivo e creativo. Volgere lo sguardo ad un anno di lavoro trascorso e provare un senso di realizzazione per aver migliorato la vita ad altre persone, oltre che la propria, facendo un percorso di crescita personale e professionale. Pensa quanto sarebbe diverso svegliarsi un lunedì mattina dicendo: Che bello, un’altra settimana di lavoro mi aspetta!. Immagina la soddisfazione che si proverebbe a lavorare per un nobile ideale, una tradizione ancestrale di sviluppo e autoconoscenza, impressi nella figura dell’istruttore che in quel momento inverte la polarità ed inizia ad insegnare il Metodo De Rose.

La professione di istruttore di questo metodo di sviluppo personale è estremamente motivante, creativa e di enorme realizzazione professionale. Viene eseguita in modo molto serio, etico e professionale. L’istruttore può scegliere il pubblico con cui desidera lavorare, poiché i posti liberi nelle scuole del Metodo DeRose sono limitati e si possono iscrivere solo persone educate, colte, raffinate, simpatiche e in buono stato di salute. Lavorare con questo profilo di pubblico è una particolarità fondamentale del Metodo De Rose, così come nelle arti marziali, danza, ecc. l’interessato deve possedere caratteristiche specifiche.

Nell’insegnare la nostra metodologia, l’istruttore è ‘obbligato’ ad essere sempre in buona salute, felice, energico ed in perfetta forma, come conseguenza naturale non solo degli esercizi che insegna ed esegue, ma anche per via dello stile di vita seguito da tutti gli istruttori.

Per diventare istruttore del Metodo De Rose è necessario avere una perfetta identificazione con i valori della nostra proposta, avere la volontà di lavorare in maniera professionale, coerente con lo stile di vita trasmesso dalla Nostra Cultura. Questa professione non è destinata a chi non è d’accordo con i principi o le regole che reggono stabilmente la nostra Istituzione da più di 50 anni, o a coloro che non hanno voglia di lavorare seriamente, o a chi non possiede un senso etico evoluto o decida di optare per questo mestiere solo per il suo potenziale di ritorno economico. Se per l’interessato principi come gerarchia o lealtà non sono importanti, è meglio che mantenga il suo lavoro e continui solo in veste di alunno di questa filosofia di vita.

Poiché come istruttore, tutti i giorni dovrà trattare con le persone, siano esse colleghi o alunni, la capacità di gestire relazioni umane è fondamentale, molto più di qualsiasi altra capacità che già possieda. Prima di prendere la decisione di iniziare la formazione professionale, rifletti e pondera per arrivare a capire se questa è realmente la tua vocazione, se sei disposto a dedicarti integralmente al nostro stile di vita, senza voler adattare o contestare le norme, discutere sui modi di essere delle persone e dell’Istituzione. Tenta invece di osservare se la nostro stile di vita combacia già in modo perfetto con la tua personalità e il tuo modo di lavorare. Chiarisci ogni dubbio con il tuo istruttore: se il nostro movimento culturale potrebbe causare uno scontro con il tuo modo di essere, non forzarti a dover cambiare la tua personalità per adattarti ad un’arte che propone di aumentare la qualità di vita dell’Essere Umano.

Quando inizierai la formazione professionale, apprenderai concetti affascinanti a livello tecnico, etico e gestionale che saranno fondamentali per intraprendere la professione, ma il vero apprendimento inizia quando diventi istruttore e insegni il nostro sistema. Così come si impara a fare il pane infarinandosi le mani, allo stesso modo si imparerà a diventare un istruttore di successo facendo parte dello staff di una scuola.

Al termine del primo anno di formazione professionale, avendo osservato un comportamento idoneo, avrai l’opportunità di far parte dello staff di una scuola della nostra corrente e frequentare corsi ed eventi esclusivi per gli istruttori.
Il giusto cammino per diventare un istruttore della nostra impresa è seguire le raccomandazioni del proprio istruttore, che dal momento in cui verrai promosso negli esami diventerà il tuo monitore. Il primo passo è dedicarsi al corso di formazione con determinazione e tenacia. Quando il tuo istruttore ti riterrà perfettamente preparato, il passo successivo sarà fare gli esami nella tua Federazione. Una volta superati gli esami, che saranno convalidati annualmente, sarai ammesso in una scuola accreditata o certificata della nostra Istituzione. Per approfondire le tue conoscenze e mantenerti aggiornato, puoi avere l’opportunità di fare uno stage di un mese nella sede centrale in Brasile. Dopo questo stage (che richiede un aggiornamento annuale di una settimana), e dopo un periodo minimo di 4 anni in cui ci si dedica esclusivamente alla professione, dentro una scuola e con l’autorizzazione del proprio monitore, ti potrai aprire la tua scuola accreditata del Metodo De Rose, diventando imprenditore a titolo personale.

Carlo Mea

www.carlomea.it